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Nonostante la sua brevità, Sensitiva amorosa rappresenta un tassello fondamentale all’interno della letteratura del Nord Europa: è infatti il primo romanzo propriamente decadente di quella letteratura, un catalogo di relazioni e amori... more
Nonostante la sua brevità, Sensitiva amorosa rappresenta un tassello fondamentale all’interno della letteratura del Nord Europa: è infatti il primo romanzo propriamente decadente di quella letteratura, un catalogo di relazioni e amori raccontati da diversi punti di vista e con diverse sfumature.
Alla sua uscita, nel 1887, suscitò grande scandalo e divenne un caso negli ambienti letterari scandinavi, dividendo la critica e i lettori tra chi ne esaltava il valore rivoluzionario e il messaggio dirompente e chi invece, non comprendendolo appieno, lo condannò perché offendeva la pubblica decenza.
Ola Hansson è stato il primo in Scandinavia a usare un linguaggio pregno di nuovi significati attinti dalla letteratura continentale, rimodernando il lessico classico svedese, e fu pure il primo a introdurre la componente psicologica nel romanzo ottocentesco nordico, rompendo con la tradizione stilistica fino ad allora in voga.
Knut Hamsun è universalmente conosciuto per capolavori della narrativa quali Fame, Pan e Germogli della terra, che gli valse il premio Nobel per la letteratura nel 1920. Non tutti sanno, però, che nel 1904 pubblicò anche una raccolta... more
Knut Hamsun è universalmente conosciuto per capolavori della narrativa quali Fame, Pan e Germogli della terra, che gli valse il premio Nobel per la letteratura nel 1920. Non tutti sanno, però, che nel 1904 pubblicò anche una raccolta poetica, in cui affronta i temi che gli sono cari, gli stessi dei suoi romanzi e dei suoi drammi. Innanzitutto il ruolo fondamentale, mitigatore e liberatorio, della natura: la campagna, con le sue tradizioni e i suoi cicli stagionali, è un rifugio dalla confusione e dalla grettezza della città, e il bosco, di cui Hamsun si sente figlio, è il luogo a cui tornare per rigenerarsi dalle delusioni e dalla durezza della vita. E poi l’amore, visto sempre come una passione dolorosa e irrefrenabile, quasi mortifera, che obbliga lo scrittore a una lotta costante tra dubbi, speranze, rabbia e ripensamenti.

Hamsun lavorò tutta la vita a questa raccolta, come si evince dalle numerose edizioni che si susseguirono negli anni, inseguendo un ideale di compiutezza che, stando alle sue stesse parole, non si concretizzò mai del tutto. Ora per la prima volta il pubblico italiano potrà accedere a una scelta dei componimenti più significativi, che rivelano in particolare il lato intimistico, a volte onirico, del grande autore norvegese.
Reso celebre dalla trasposizione cinematografica di Dreyer del 1964, Gertrud, dramma in tre atti di Hjalmar Söderberg, mette in scena i conflitti e le contraddizioni d'amore. La protagonista, al pari della Nora ibseniana, rifiuta di... more
Reso celebre dalla trasposizione cinematografica di Dreyer del 1964, Gertrud, dramma in tre atti di Hjalmar Söderberg, mette in scena i conflitti e le contraddizioni d'amore. La protagonista, al pari della Nora ibseniana, rifiuta di portare avanti un matrimonio di facciata, benedetto dalla liturgia borghese, con il tranquillo e bonario Kanning. Ella anela, invece, a un amore totalizzante e coinvolgente, e lo ricerca dapprima in uno scrittore di successo, poi in un giovane artista emergente. Ma presto si renderà conto che un sentimento simile non alberga nel cuore dell'uomo, e stanca e disillusa, sceglierà infine un destino di solitudine e d'indipendenza, a una vita all'ombra del proprio amante.
Gli amori e gli scandali, le esperienze erotiche e sentimentali, la vita dissoluta ma anche l’impegno sociale, politico e intellettuale di Hermann Eek – alter ego dell’autore – e degli appartenenti alla bohème di Oslo – quella Kristiania... more
Gli amori e gli scandali, le esperienze erotiche e sentimentali, la vita dissoluta ma anche l’impegno sociale, politico e intellettuale di Hermann Eek – alter ego dell’autore – e degli appartenenti alla bohème di Oslo – quella Kristiania per la prima volta ritratta in modo autentico, quasi spietato –, sono al centro di questo romanzo, pubblicato nel 1885, che portò lo scompiglio nella società bigotta e benpensante dell’epoca, tanto da essere sequestrato poco dopo l’uscita ed essere messo al bando per oltre cinquant’anni.
Jæger, per sua stessa ammissione, si proponeva con quest’opera di attaccare i tre pilastri su cui si sosteneva la società di allora: il cristianesimo, una morale ipocrita e il vecchio concetto di giustizia. E attraverso le vicende che segnano principalmente lui e l’amico Jarmann, scopriamo «come la società, soprattutto la morale sessuale, possa distruggere la vita di due uomini – di due ragazzi».
Avventure picaresche e suggestioni filosofiche si fondono in un romanzo che indaga con sorprendente modernità angosce e contraddizioni tuttora irrisolte.
Nella prima metà dell’Ottocento, in un’epoca in cui la scolarizzazione sta cancellando le credenze e le superstizioni popolari, Peter Christen Asbjørnsen attraversa i selvaggi territori della Norvegia per raccogliere “testimonianze” di... more
Nella prima metà dell’Ottocento, in un’epoca in cui la scolarizzazione sta cancellando le credenze e le superstizioni popolari, Peter Christen Asbjørnsen attraversa i selvaggi territori della Norvegia per raccogliere “testimonianze” di incontri con gli esseri soprannaturali che abitano i monti e le foreste: storie di huldrer ammaliatrici, di neonati scambiati in culla dai troll, di fanciulle rapite dagli esseri sotterranei, resoconti sui dispettosi folletti che infestano le fattorie, le stalle e i mulini, e che, una volta scoperti, si dileguano e rotolano via in forma di gomitoli grigi.
Si viene così a delineare la topografia di un mondo rurale, dai confini labili ed evanescenti, permeabile alla dimensione soprannaturale ma allo stesso tempo fornito di un preciso codice di regole e consuetudini, e dove l’incontro con il “popolo dei colli” può segnare per sempre, chi l’ha vissuto, nel corpo e nell’anima.
Lungi dal trattare il folklore in forma enciclopedica, Asbjørnsen riconduce le huldreeventyr alla viva voce di boscaioli, cacciatori e valligiani, cogliendoli nei loro quadri di vita materiale, nella loro quotidianità, in un contesto “antropologico” che rivela un profondo amore per il popolo norvegese e per le sue tradizioni. Il patrimonio delle huldreeventyr viene così presentato non come sistematica raccolta di fiabe, bensì come vivido intreccio di narrazioni in fieri.
Ma nel rubare queste storie ai meccanismi dell’oralità, Asbjørnsen ci svela il paradosso della loro stessa mitogenesi, fissandole in forma definitiva nelle pagine del presente libro.
Ne sortisce un fecondo, irresistibile incontro tra lingua parlata e lingua scritta che fornirà alla nascente letteratura norvegese, fino ad allora eccessivamente dipendente dai modelli danesi, il primo esempio di una lingua nazionale espressiva e realistica, colta e popolare al tempo stesso.
Un amore impossibile quanto tenace lega fin dall’infanzia Victoria, la figlia del castellano, e Johannes, il figlio del mugnaio. Divisi dalle circostanze e dall’estrazione sociale, riescono nondimeno a condividere fugaci momenti di... more
Un amore impossibile quanto tenace lega fin dall’infanzia Victoria, la figlia del castellano, e Johannes, il figlio del mugnaio. Divisi dalle circostanze e dall’estrazione sociale, riescono nondimeno a condividere fugaci momenti di libertà, giocando assieme nel bosco, sull’isola degli uccelli e nella cava di granito. Poi le loro strade si separano quando Johannes si trasferisce in città per proseguire gli studi, ottenendo presto successo come scrittore e poeta. Ma nulla è mutato tra i due innamorati, che continuano a vivere ogni loro pensiero, ogni emozione, ogni evento della loro esistenza attraverso la lente di questo sentimento invincibile, così radicato che neppure da adulti riescono a tacitarlo, macerandosi in un tormento che impedisce loro di vivere a pieno la giovinezza e di crearsi un futuro con altri. Le esigenze della famiglia di Victoria sembrano infine decidere il destino dei due, quando la giovane viene fidanzata al figlio del ciambellano. Un incidente di caccia impedirà questo matrimonio, ma metterà anche in moto una concatenazione di eventi che si concluderà con un tragico epilogo.
Dalle isole verdi del Nord Atlantico, sospese tra paesaggi primigeni e tradizioni immemori, un’antologia che raccoglie le più antiche fiabe tramandate a queste latitudini e pubblicate per la prima volta in Italia. Storie di orchesse che... more
Dalle isole verdi del Nord Atlantico, sospese tra paesaggi primigeni e tradizioni immemori, un’antologia che raccoglie le più antiche fiabe tramandate a queste latitudini e pubblicate per la prima volta in Italia. Storie di orchesse che catturano i bambini e di troll a sette teste che rapiscono principesse, di giovani orfani come Senza-Papà e Figlia di Tizio o incompresi come Ceneraccio e Fanfarone che superano ogni prova di astuzia, coraggio e generosità, meritando l’aiuto di animali fatati che ribaltano le loro sorti. Storie di sirene incantatrici, giganti del mare, regni degli abissi e isole abitate da leoni, ispirate dall’oceano che con i suoi imprevisti e misteri circonda il piccolo arcipelago delle Faroe. Raccontate per secoli attorno al focolare nelle lunghe sere d’inverno, di solito da anziane narratrici nubili e prive di contatti con il mondo esterno, queste fiabe brillano spesso di un’originalità autoctona. Riprendendo motivi universalmente diffusi, li rimaneggiano e li intrecciano tra loro in avventure funamboliche, che mescolano humour, poesia e sangue, in cui si affacciano antiche saghe, miti pagani e leggende sui demoni, i folletti e le altre creature invisibili di cui è ricco l’immaginario faroese. Trascritte nell’Ottocento, quando i letterati romantici di tutta Europa ricercarono nel patrimonio orale le radici nazionali di ciascun paese, le fiabe faroesi hanno contribuito all’autodeterminazione di un popolo a lungo «provincia» del Regno di Danimarca, che attraverso la fantasia e un gusto contagioso per il narrare ha lottato per la propria identità culturale e indipendenza linguistica.
Completata nel 1789, sotto gli auspici dell'Aufklärung tedesca, quest'opera del curato Christfrid Ganander è in assoluto la prima trattazione scientifica di ampio respiro sulla mitologia finlandese e, insieme, una delle sue più preziose... more
Completata nel 1789, sotto gli auspici dell'Aufklärung tedesca, quest'opera del curato Christfrid Ganander è in assoluto la prima trattazione scientifica di ampio respiro sulla mitologia finlandese e, insieme, una delle sue più preziose fonti a monte dell'imponente lavoro di riorganizzazione effettuato da Elias Lönnrot per il suo Kalevala. Impostato in forma enciclopedica, il Mythologia Fennica espone elementi tratti da tutti i livelli della tradizione, sia colta che popolare. Da un lato, vi sono i temi legati al mondo letterario delle saghe scandinave, dai miti sul misterioso "fondatore" Fornjótr alle battaglie degli antichi re svedesi contro gli stregoni finnar, per arrivare ai resoconti dei navigatori vichinghi sui misteriosi popoli incontrati lungo le più remote rotte nord-orientali. Ma Ganander riporta anche una notevole quantità di materiale folklorico finnico e lappone, che espone affidandosi all'autorità dei runot raccolti dalla viva voce del popolo. Tra divinità, spiriti guardiani ed esseri  soprannaturali, tra riti sciamanici e celebrazioni sincretiche, spiccano le tradizioni sui possenti Kalewan pojat, i "figli di Kalewa", tra i quali il lettore riconoscerà i principali eroi kalevaliani – Wäinämöinen, Ilmarinen, la signora di Pohjola, il malevolo Soini (Kullervo) – le cui fisionomie, non ancora addomesticate dalla penna di Lönnrot, si affacciano qui con tratti sovrumani e terrifici.
Con l’attenzione del naturalista e con l’entusiasmo del pioniere, Christfrid Ganander si sforza di far luce sul materiale mitico-leggendario della più remota periferia d’Europa, con analisi a volte ingenue, a volte sorprendenti, aprendo la strada alla successiva stagione del risveglio nazional-romantico finlandese.
La fisionomia attribuita agli esseri soprannaturali del folklore scandinavo, in particolare ai troll, è in parte dovuta alle splendide illustrazioni delle fiabe norvegesi eseguite da Theodor Kittelsen sul finire dell'Ottocento. In questo... more
La fisionomia attribuita agli esseri soprannaturali del folklore scandinavo, in particolare ai troll, è in parte dovuta alle splendide illustrazioni delle fiabe norvegesi eseguite da Theodor Kittelsen sul finire dell'Ottocento. In questo Troldskab (letteralmente "trollerie"), pubblicato nel 1892, i troll sono rappresentati come esseri primordiali che sorgono dalle montagne e dai boschi, stazionano presso i corsi d'acqua, vivono nei poggi e nei colli, identificandosi in tutto o in parte con gli elementi dell'aspra e selvaggia natura norvegese. È un bestiario a un tempo ruvido e delicato, in cui testi e illustrazioni, illuminandosi a vicenda, fanno sfilare dinanzi ai nostri occhi una straordinaria galleria di esseri fantastici: non soltanto troll, ma anche draghi, folletti, fanciulle marine, sabba di streghe, lotte di giganti, neonati scambiati nelle loro culle, e ancora nøkker, huldrer, fossegrimer e il temibile draug, lo spirito dei marinai annegati, pronto a esigere il suo tributo di vite nel corso delle tempeste. Immagini e racconti che riflettono il panorama aspro e solenne dell’estremo nord della Norvegia e in particolare delle isole Lofoten, con le loro baie rocciose, le casette dei pescatori, il mare irto di scogli; che lasciano trasparire l’amore per la solitudine e il profondo fatalismo che permeano il malinconico animo scandinavo.
Il mondo delle ballate nordiche è complesso quanto affascinante: testi che affondano spesso le loro radici nell’antico paganesimo e che nel corso della tradizione si sono arricchiti di apporti cristiani, epici, cortesi, fiabeschi. Il... more
Il mondo delle ballate nordiche è complesso quanto affascinante: testi che affondano spesso le loro radici nell’antico paganesimo e che nel corso della tradizione si sono arricchiti di apporti cristiani, epici, cortesi, fiabeschi. Il volume ci restituisce, in una bella traduzione italiana con testo originale a fronte, uno dei più noti e suggestivi di questi testi:la ballata norvegese Åsmund Frægdegjæva, una storia di amore e di magia in cui un impavido eroe affronta il potere dei troll, ai margini del mondo, per liberare una fanciulla rapita. L’incanto della fiaba popolare si coniuga qui con i toni della poesia eroica e del mito, in un’esperienza di lettura che non può che conquistare i numerosi amanti della letteratura nordica medievale. Un’ampia introduzione e un rigoroso apparato bibliografico e di note, inoltre, fanno di questo libro uno strumento interessante anche per chi sia interessato ad andare oltre il puro piacere della lettura e ad approfondire lo studio di questo genere letterario e della cultura scandinava del Medioevo .
Ispirandosi alla Morte Nera, la terribile peste che devastò l'Europa nel XIV secolo, nonché alle leggende e alle tradizioni della sua terra natale, la Norvegia, l'artista Theodor Kittelsen (1857-1914) fonde testi e immagini in questo... more
Ispirandosi alla Morte Nera, la terribile peste che devastò l'Europa nel XIV secolo, nonché alle leggende e alle tradizioni della sua terra natale, la Norvegia, l'artista Theodor Kittelsen (1857-1914) fonde testi e immagini in questo straordinario Svartedauen: una ossessionante, cupa rappresentazione di morte e disfacimento dai toni di una ballata macabra, un morality play lirico e romantico al tempo stesso.
La paurosa ombra di Pesta che, armata di rastrello e ramazza, attraversa la Norvegia per spazzare via ogni traccia di vita umana, diviene il simbolo allegorico della fragilità umana e del suo ineluttabile destino. Vecchi e bambini, ricchi e poveri, troll e scheletri: tutti sono invitati a partecipare alla sua danza apocalittica.
Ma sotto il lento cumulo degli anni, la memoria sbiadisce e persino gli eventi più tragici assumono la luce pallida e remota della fiaba. La storia e il mito, che il pennello dell'artista ha reso permeabili l'una all'altro, cedono solo dinanzi alla severa bellezza dei panorami norvegesi.
Come i fratelli Grimm in Germania, anche in Norvegia nell’Ottocento si ricercano leggende e racconti popolari, per dare alle stampe un inestimabile patrimonio culturale trasmesso oralmente per secoli. Primo tra tutti, Andreas Faye... more
Come i fratelli Grimm in Germania, anche in Norvegia nell’Ottocento si ricercano leggende e racconti popolari, per dare alle stampe un inestimabile patrimonio culturale trasmesso oralmente per secoli. Primo tra tutti, Andreas Faye pubblica nel 1833 l’edizione – rivista e ripubblicata nel 1844 – delle Norske Folkesagn “Leggende popolari norvegesi”. La forma semplice e scarna mostra l’intento di raccogliere scrupolosamente i racconti originali, intervenendo sui testi il meno possibile per salvaguardarne il ruolo di preziosa fonte sul passato e sulle tradizioni della Norvegia. In questi testi eterogenei per dimensioni, argomenti ed epoche, gli scenari affascinanti della natura nordica, la fauna e la flora, fungono da elementi unificanti della dimensione spaziale. Antropologia, mitologia, etnografia e storia si intrecciano nei destini dei singoli personaggi contribuendo a formare un grande affresco, dove i confini temporali spesso si schiudono e si confondono. Pescatori, contadini, dèi pagani, elfi, troll, personaggi fantastici e re vichinghi animano queste storie, in cui gli universali temi della fiaba ci fanno riconoscere nelle particolarità del mondo nordico aspetti comuni della psiche e dell’evoluzione umana.
I racconti di P.C. Asbjørnsen trattano di credenze popolari e leggende su fate e folletti, abitanti non sempre silenziosi di un mondo nascosto, celato nelle viscere della terra o chiuso all’interno di una montagna. In tempi e momenti... more
I racconti di P.C. Asbjørnsen trattano di credenze popolari e leggende su fate e folletti, abitanti non sempre silenziosi di un mondo nascosto, celato nelle viscere della terra o chiuso all’interno di una montagna.
In tempi e momenti ‘magici’, questi esseri portentosi – troll dal naso lunghissimo e sirene ammaliatrici (huldrer), la cui bellezza è deturpata da una malcelata coda di mucca – escono allo scoperto e diventano visibili a occhi umani in sembianze gradevoli. Gli umani, di volta in volta irretiti dal miraggio di una ricchezza facilmente a portata di mano, o sedotti dalle lusinghe di una bellezza muliebre insperabilmente godibile, si avvicinano al ‘popolo dei monti’ e stringono patti e legami, salvo poi tornare alla loro dimensione terrena inevitabilmente delusi, ingannati e segnati nel fisico e nella mente da quell’esperienza soprannaturale, per lo più diabolica. Non a caso, troll e huldrer, capaci di dileguarsi all’istante come gomitoli grigi che rotolano via, sono subitaneamente messi in fuga dal suono delle campane o dall’invocazione del nome di Gesù, né possono manifestarsi o materializzarsi per chi si protegge con il santo segno della croce.
Nel variegato universo narrativo di Peter Christen Asbjørnsen affiorano così superstizioni, incantesimi e pratiche magiche che la tradizione popolare conserva ancora accanto alla fede cristiana, sfidando una nuova mentalità positivista.
Il convegno si propone di dedicare tre giornate allo studio delle intersezioni tra strutture architettoniche e letterature, lingue e cultura scandinava. Se è vero, come ha recentemente sostenuto Renzo Piano, che “gli scrittori nutrono una... more
Il convegno si propone di dedicare tre giornate allo studio delle intersezioni tra strutture architettoniche e letterature, lingue e cultura scandinava. Se è vero, come ha recentemente sostenuto Renzo Piano, che “gli scrittori nutrono una gelosia profonda per gli architetti, che costruiscono cose; e gli architetti sono gelosi degli scrittori, che costruiscono mondi” (Il Corriere della Sera, 27.4.22), al di là della lunga tradizione di rivalità, esistono numerose intersezioni e forme di dialogo, non solo tra architettura e letteratura, ma anche allargando lo sguardo ad altre forme di espressione culturale nonché alle strutture linguistiche, inclusa la prospettiva pedagogica.
Questo convegno si propone di investigare tali relazioni in sessioni dedicate alle letterature e alle lingue nordiche, anche con approcci interdisciplinari.
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