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domenica 9 agosto 2020

UN DESTINO MEDIEVALE di ROBERTA SOVERINO


Pubblicato il 30 Maggio 2019 dalla casa editrice COLLANA FLOREALE e scritto da Roberta Soverino, una psicoterapeuta ed educatrice che ha deciso di cimentarsi anche nella scrittura dando il via proprio con questo lavoro.

Si tratta di un romanzo rosa storico, ambientato a partire dal 1300 tra Pavia e Asti, in un epoca ricca di tradizioni religiose e distinzioni sociali.
Protagonista principale una giovane donna che nega vivacemente le ristrette convenzioni e si ribella alle imposizioni dovute al proprio titolo nobiliare.

TRAMA...

Lisa è un’eroina dall’animo moderno, nonostante sia nata a fine medioevo.
Cresciuta come un maschiaccio dal padre, ma acquistando femminilità e sensualità con il passare degli anni, si ritrova a essere una bella ragazza in età da marito ma con nessuna intenzione di volersi piegare alle convenzioni sociali che le impone il suo titolo nobiliare di contessina.
Quando pensava di poter finalmente scegliere da sola l’uomo al quale donarsi, ecco che una richiesta in punto di morte la porta a dover sposare il barone Nicolà e salvare quindi il suo casato.
Tra la giovane coppia non scorre buon sangue, il loro è un matrimonio di convenienza anche se Lisa non sa cosa abbia portato l’affascinante barone a volerla sposare. Tra i due è un continuo stuzzicarsi ma l’odio che provavano l’uno per l’altra sfocia ben presto in una sfrenata passione.
A Lisa la vita riserverà due grandi amori: uno dolce e solido, l’altro passionale e indomabile, ma proprio quando tutto sembrava avere un senso, a cambiare le carte in tavola sarà di nuovo… un destino medievale.


... " Lisa non era considerata bella, troppo in contrasto con il pallore richiesto dai canoni di bellezza del tempo, segno di distinzione sociale"...

Un romanzo dalla trama semplice ma ad effetto perchè tiene alta l'attenzione del lettore attraverso alcuni colpi di scena e attraverso il carattere ribelle dei vari personaggi.
Lo stile di scrittura è chiaro e privo di digressioni anche se lo avrei preferito più adeguato all' epoca scelta per la narrazione.
Fino all'ultima pagina non si hanno le idee chiare su come si chiuderà il cerchio delle vicende aperte inizialmente e questo a mio avviso è il punto forte di tutto il racconto perchè riesce a fomentare una continua e morbosa curiosità nel voler conoscere il famoso the end.


Una lettura adatta a chi ama il romance storico e non riesce a staccarsene neanche durante la torrida estate passata sotto l'ombrellone.







lunedì 27 luglio 2020

LE NEBBIE DI AVALON di MARION ZIMMER BRADLEY


Possiedo questo libro da tantissimi anni, ma solo dopo aver ascoltato Michela Murgia che ne parlava come una lettura che le cambiò la vita mi sono decisa a leggerlo.
Michela afferma che acquistò la sua copia per tenerle compagnia durante un viaggio in nave; salì per rimanere sveglia, scese femminista.
A me non ha dato proprio lo stesso effetto...
Prima di tutto non sono riuscita a leggerlo con la stessa velocità ma, al contrario ho impiegato almeno 3 settimane per finirlo, un record mai battuto finora.
E non perchè non mi sia piaciuto, ma perchè ho trovato davvero tante cose che andavano digerite con molta calma e seppur non lo considero totalmente un romanzo femminista, di sicuro ha una vista molto, molto ampia sulla figura della donna soprattutto in campo religioso e come questa figura sia completamente cambiata con l'avvento del Cristianesimo. 

Devo ammettere che esser venuta a conoscenza di che persona si stata in vita l'autrice e averla messa a paragone con questo suo lavoro dove a dire la loro sono state finalmente le donne facendolo anche in modo impeccabile e veritiero, senza fronzoli, crea davvero uno strano effetto.
Infatti la Bradley, 15 anni dopo la sua morte fu accusata dalla figlia di averle rovinato la vita con violenze psicologiche, fisiche e sessuali.
Ma già quando era in vita, il suo secondo marito fu accusato di pedofilia senza che lei facesse niente per fermarlo ma anzi assecondando la malattia dell'uomo. 


E' difficile scindere la scrittrice dalla donna, ma per quanto mi riguarda, venire a conoscenza di queste vicende non ha intaccato il mio giudizio sulla lettura e sul suo lavoro, seppur mi abbia lasciato addosso numerose perplessità. 
Anche perchè, tra le altre cose si battè con foga per i diritti delle donne soprattutto nel campo del lavoro e si definì sempre una femminista scegliendo di inserire questa caratteristica anche nelle sue opere.


Infatti, ne LE NEBBIE DI AVALON il punto di vista è soprattutto raccontato dalle donne del ciclo arturiano mentre gli uomini, Artù compreso, fanno da sfondo necessario per lo svolgimento della narrazione.
La voce più acuta è quella di Morgana, che da fata cattiva nelle classiche storie da altri autori narrate, in questa diventa "umana" , con pregi e difetti che la rendono più vicina al lettore.


Ma, a spiccare non sarà solo lei, ma tutte le donne che hanno fatto parte della terra magica di Avalon, un luogo nascosto da fittissime nebbie dove vivono coloro che invece di adorare il Dio, adorano la Dea.
Stiamo parlando di paganesimo e infatti anche la Bradley quando scrisse questa saga era appunto pagana. 


Avere davanti agli occhi la storia del paganesimo prima dell' avvento del cristianesimo per me è stata la cosa più importante di tutta la lettura al punto da dover mettere in discussione tutto ciò nel quale ho creduto e per il quale sono stata educata in tutta la mia vita.
Ecco perchè secondo me la parte più fondamentale di questa lettura è stata quella religiosa e non quella femminista, perchè credo che abbia fatto breccia nelle mie conoscenze e mi abbia lasciato uno strascico di lecite domande e risposte che farò care per sempre.

Vedere a confronto Morgana contro Ginevra, ovvero paganesimo contro cristianesimo è stato illuminante ed una mossa da parte della Bradley assolutamente geniale soprattutto perchè è molto chiaro che lei durante la scrittura non si sia mai voluta schierare da nessuna parte, non ha creato delle sottili preferenze che potrebbero condizionarne la lettura.
Lascia al lettore la possibilità di ragionare e tendere più verso una parte o l'altra.
Assolutamente divino.


Innegabile come l'avvento del cristianesimo abbia completamente ribaltato i ruoli di genere e la società. 

... "una volta un sant'uomo mi disse che le donne ereditano il sangue delle madri fin dai tempi di Eva, e perciò sono ricettacolo del peccato, mentre i maschi ereditano il sangue paterno, come Cristo era l'immagine di Dio suo padre"...

...Morgana rise: "non credo che il pudore abbia molto a che fare con una scalata. Senza dubbio gli uomini sanno che anche le donne hanno le gambe, e non può essere un'offesa alla verecondia vedere ciò che benissimo possono immaginare. So che i preti cristiani la pensano diversamente; ma loro credono che il corpo umano sia opera del diavolo e non di Dio, e che un uomo non possa vedere il corpo d'una donna senza smaniare di possederlo"...

..."e poi le parve di sentire la voce d'un che parlava alla tremante Ginevra e diceva che nessuna donna veniva violentata se non era lei a tentare l'uomo, che le Sante vergini di Roma avevano preferito morire per non rinunciare alla castità...

Sono frasi importanti e non così sconosciute neanche ai giorni nostri.
Frasi per cui tante donne lottano per non sentire pronunciate più.
E all'interno del romanzo è assolutamente netta la differenza di considerazione del sesso femminile prima dell'avvento del cristianesimo e quindi prima che da parte attiva della società in cui avevano un ruolo, un'opinione che veniva considerata ed un valore, passino ad essere demonizzate e causa di tutti i mali. 
Anche la natura, madre terra viene messa in luce nella narrazione mettendo a confronto il grandissimo rispetto dei suoi cicli durante il paganesimo e annientati durante il cristianesimo. 


In tutto questo, Artù lo troviamo? 
Certo che si, ma come detto prima sarà solo un contorno, seppur molto presente ed importante di tutto ciò che ci viene apparecchiato passo passo nel racconto. 
Ma anche con questo famoso personaggio la scrittrice saprà sorprenderci, soprattutto nel rapporto con Lancillotto.
E' incredibile come da uomini sempre raccontati indistruttibili e perfetti si possano invece notare delle debolezze e vederli più umani


Ma credo di averne parlato abbastanza e per non inciampare in spoiler che potrebbero rovinarvi gli effetti magici, avvisandovi che l'edizione da me letta mi è parso di capire sia quella ridotta ma da poco ripubblicata in un'altra edizione composta da due volumi integrali,
vi saluto e ci leggiamo presto.




Ovviamente, se lo avete letto fatemi sapere la vostra opinione. 















sabato 25 luglio 2020

2 NUOVE ENTRATE

Sono talmente contenta di questi due nuovi acquisti libreschi che ho pensato di parlarne anche qui e non limitarmi solo ad Instragram.





LA VOCE DELLA BRUGHIERA.
VITA E POESIA DI EMILY BRONTE

Dopo tanto cercare e attendere, sono finalmente riuscita a metter le mani su questo fantastico volume pubblicato nel 1998 da Edizioni Scientifiche Italiane.
Circa 750 pagine che ci raccontano non solo la vita della più particolare delle sorelle Bronte, ma anche di tutta la famiglia partendo dalle origini e contornando la narrazione con alcune poesie dell'autrice.
Una volta sfogliato si ha la voglia di leggerlo subito, muniti di matita per sottolineare le cose più importanti.
Molto bella la copertina che rappresenta la brughiera inglese al quale Emily era davvero molto legata e che amava profondamente quasi quanto i suoi animali; e l'idea di scegliere come immagine l'erica in fiore credo non sia un caso visto che tra tutti, certamente quello era il preferito dell introversa scrittrice che amava sentirne il dolce profumo nei mesi estivi. 
Costo del libro decisamente alto però sono sicura ne valga la pena. 




EMILY BRONTE

Ecco la prima biografia scritta su Emily e che dovrebbe esser decisamente fedele visto che la scrittrice, Agnes Mary Robinson contattò Ellen Nussey, una delle migliori amiche di Charlotte, per poter avere più informazioni possibili nell'intento di redimere la figura della scrittrice tralasciata per via dello scandalo seguito alla pubblicazione di Cime Tempestose.
Pubblicata per la prima volta nel 1883, arriva a noi grazie alla traduzione della professoressa Maddalena De Leo, rappresentante italiana della Bronte Society e con il quale ho scambiato qualche mail per poter acquistare direttamente da lei la mia copia. 
A primo impatto sono rimasta molto sorpresa dalla bellezza della copertina e dalla cura dell'intero volume notando anche un gradevolissimo aroma che si sprigiona dalle pagine rendendo la lettura decisamente romantica.
Altra piccola curiosità: la stessa Emily Dickinson lesse questo libro diventando un ammiratrice della protagonista. 


Conoscevate questi due libri?
Fatemi sapere




sabato 28 dicembre 2019

BELLEZZA E TRISTEZZA di KAWABATA YASUNARI

   
  
Oki è uno scrittore affermato di circa 50 anni che si reca a Kyoto di nascosto dalla moglie per ascoltare le campane che suonano nell'ultimo giorno dell'anno.
In verità vuole incontrare Otoko, sua ex amante sedotta ed abbandonata in cinta vent'anni prima quando lei aveva solo 16 anni.
Da questa relazione nasce il romanzo La Sedicenne  che porta Oki ad affermarsi come romanziere ma che quasi distrugge la propria famiglia.
Otoko, rimasta sola dopo la tragedia, decide di diventare una pittrice e casualmente incontra Keiko che prende sotto la propria ala facendola diventare sua allieva ma anche amante.
Alla scoperta da parte di quest'ultima della sofferenza provata da Otoko per la storia passata ed in preda ad una folle gelosia, decide di vendicarla in modo crudele attaccando l'unica figura pura ed innocente che con i vecchi rancori non ha mai avuto a che fare. 







"ma quando Otoko le fece notare le gocce di pioggia ferme sulle punte degli aghi dei pini lungo il viale del giardino, l'immagine rimase incisa nella memoria di Keiko. Ciascuno degli aghi portava una goccia sulla punta, e l'effetto era come di una improvvisa fioritura di fiori di rugiada sugli aghi, paragonabili questi a esili steli che sorreggono i fiori" 


Premio Nobel nel 1968, Kawabata con questo romanzo ha sicuramente saputo osare in maniera impeccabile.
Le sofferenze ne sono la base al quale ha voluto regalare uno sfondo che crea contrasto con i temi trattati.
Come la maggior parte degli autori asiatici ha voluto miscelare la drammaticità con descrizioni di ambienti, paesaggi o attimi che donano respiro al lettore quasi volesse dare il tempo di elaborare parti più salienti.
La natura diventa un altro personaggio fondamentale creato per enfatizzare e rendere più tragiche le vicende.
La trama è pregna di tristezza e la bellezza viene rappresentata dai templi, i colori, gli ambienti e gli elementi del paesaggio.
Lo stile dell'autore è poetico e sono rammaricata nel non aver potuto sottolineare le parti più importanti perchè il libro è stato recuperato in biblioteca.
Se avete letto qualcosa di suo vi prego di consigliarmi qualche titolo.

Per ora è tutto
Vi saluto 




mercoledì 21 agosto 2019

VILLETTE di CHARLOTTE BRONTE


E' l'ulimo romanzo scritto da Charlotte prima di morire appena sposata ed in attesa di otto mesi del suo primo figlio (a quanto pare una bimba).
Ma soprattutto è il primo ed unico romanzo scritto dopo la morte dei suoi amatissimi ed indispensabili fratelli che perirono tutti nel giro di pochi mesi l'uno dall'altro...
Di quali fratelli stiamo parlando?

Risultati immagini per charlotte bronte

Ovviamente di Patrick Branwell, lasciatosi trascinare da una vita dissoluta e morto per il troppo bere;
Emily, il genio che scrisse Cime Tempestose, che durante il funerale del fratello prendendo freddo si ammalò senza volersi curare e perì solo 3 mesi dopo di lui;
Anne, l'autrice di Agnes Grey che tossì con cautela per non creare disturbo al punto da non far riconoscere la gravità della propria malattia e morire 4 giorni dopo esser stata portata in località marittima convinti potesse trarne giovamento.

Risultati immagini per Charlotte Bronte

E queste morti non verranno mai nominate in maniera esplicita nel romanzo, ma ci sono sotto forma di velati fantasmi che inseguono il lettore pagina per pagina per far semplicemente sentire la loro presenza.

Charlotte conosce molto bene il vuoto incolmabile lasciato da chi non c è più e lo rielabora creando un personaggio al quale dona un nome che sia appropriato al sentimento dell'autrice mentre scrive e crea la storia... Lucie Snow.
Snow, neve, non sta per freddo, ma per quiete, per senso di calma, la tipica calma dell'inverno, che non uccide la natura ricoperta dalla gelida neve ma che la protegge preservando tutti i suoi profumi al di sotto del manto.

"Ma io adoravo la tranquillità e ricercavo così poco qualsiasi novità eccitante che, quando più tardi una novità sopraggiunse, quasi la considerai un fastidio e desiderai piuttosto che fosse rimasta lontano"


Risultati immagini per villette charlotte bronte

Infatti Lucie potrebbe apparire fredda ma al suo interno ha il fuoco delle emozioni che stenta ad esporre, che sopprime e che in alcuni momenti bussano alla porta della sua mente per ricordarle che è viva ed umana.

"Non c è niente di più utile che considerare con moderazione tutto cià che fai; prmette alla mente e al corpo di restare tranquilli, laddove idee troppo grandiose non fanno altro che precipitare entrambi nella febbre."

Penserà e sarà convinta di essere innamorata del figlio della sua benefattrice, della sua madrina, che l'accoglie in casa come una figlia.
Innamorata di un giovane dottore troppo preso da se stesso per poterle rivolgere uno sguardo e troppo preso dal culto del bello per poterla trovare degna della sua attenzione; 
Lucie non è bella... Proprio come Jane Eyre, è una ragazza semplice, normale.
Niente splendide guance rosate , bocca carnosa e capelli lucenti sulle spalle.

" Le persone sagge dicono che è da folli pensare che qualcuno sia perfetto; e che, per quanto riguarda simpatie e avversioni, bisognerebbe essere amichevoli con tutti e non adorare nessuno."

Risultati immagini per villette charlotte bronte

Charlotte non ama creare personaggi che facciano sognare con la loro bellezza, ma che diano emozioni con la loro essenza. E credo che questo sia uno di punti fondamentali della sua scrittura... narrare il normale.

"Senza possedere bellezza di tratti o eleganza di figura, piaceva. Pu senza gioventù o la graziosa allegria della gioventù, allietava. Non ci si stancava mai di guardarla: non era mai monotona, insipida, scolorita o banale."

Arriva al lettore proprio perchè tutte noi ci siamo sentite più di una volta Lucie Snow o Jane Eyre.
Ed anche quando Lucie inizia ad accorgersi della presenza non solo fisica ma mentale del professor Emanuel, ci sentiamo un po come lei... attratte da ciò che rappresenta il normale.

" Una volta, non conoscendolo e non amandolo, lo avevo considerato duro e strano, la sua bassa statura, la magra figura spigolosa, il colorito scuro, le maniere, tutto mi dispiaceva in lui. Ora, penetrata dal suo influsso e vievendo per il suo affetto, intuendo con l'intelletto il suo valore e col cuore la sua bontà, lo preferivo all'umanità intera."

Ma questo non è un romanzo dal lieto fine. Il padre di Charlotte la pregò di chiudere la storia in bellezza ma lei non si sentì di farlo, vista la tragedia di tristezza e morte che colpì i suoi fratelli.

Un romanzo molto più profondo di Jane Eyre.
Non ci sono azioni, ci sono sentimenti che descrivono le azioni e ti senti analizzato come da una seduta psichiatrica.

Come sempre i dialoghi sono eccellenti ed è incredibile come si riesca a detestare personaggi miti ed amare quelli tempestosi.
E sarà proprio una tempesta a chiudere il cerchio della storia.
Una tempesta descritta per farci provare il terrore nell'animo ed il tumulto della morte.
La stessa morte che ha segnato la vita dell'autrice verrà riportata in questo romanzo perchè deve essere così... non è un qualcosa che possa essere tralasciato... non dopo aver seppellito 5 fratelli ed una madre.

Anche in Villette il gotico compare sotto forma di presenza spettrale in soffitta. Gli occhi di una monaca relegata nel buio del sottotetto accompagneranno la storia sino al termine.
Il mistero, i fantasmi e le immense abitazioni vittoriane seguono di pari passo la narrazione dando quel tocco di inquietante caratteristico dell'epoca.

"Io, Lucie Snow, riconosco di esser priva di quell'immaginazione eccitata e impressionabile; ma ogni volta che, aprendo la porta di una stanza, la trovavo da sola, seduta in un angolo, la testa china tra le mani minuscole, la camera non mi sembrava abitata da un essere umano, ma piuttosto infestata da un fantasma."

L'ho amato più di Jane Eyre, mi è entrato nel cuore dalla prima pagina e l' ho letto con tutta l attenzione e la devozione che merita.

Spero come sempre di avervi incuriositi e spronati alla lettura e qualora lo leggiate, che possa darvi conforto come lo ha dato a me.

Con affetto


venerdì 2 agosto 2019

ECCO PERCHE'

Ma quanto è difficile stare dietro ad un blog?!
Quando iniziai non feci i conti con gli impegni della giornata che regalano poco tempo per occuparti del milione di cose che vorresti fare e che puntualmente riesci ad ultimare solo per 10%.
Nel mio caso queste milioni di cose si chiamano marito poco presente e bimbi piccoli.


Ed effettivamente avrei anche la possibilità qualche volta di stare al pc ed occuparmi di questo piccolo spazio di assoluto cazzeggio, ma la scelta tra stare qui e sul divano a leggere non ha competizione.
Come tutti i lettura-dipendenti appena mi rimane un secondo libero cerco l'attimo di silenzio per immergermi in favole da immagazzinare nella mia mente ma soprattutto nel mio cuore; ed in quest ultimo periodo devo dire d'aver azzeccato il mix perfetto tra sogno e realtà scoprendo mondi a me congeniali che mi regalano tante soddisfazioni.


Volete un esempio?
Beh, il mondo di Grazia Deledda è uno di questi.
Ho intenzione appena possibile di fare uno SPECIALE GRAZIA per riuscire finalmente a parlarvi di lei, della sua vita, delle suo opere e della sua Barbagia.
Ma sapevate che Canne al vento viene considerato uno dei pochissimi romanzi gotici scritti in Italia?!
La mia Grazia è riuscita a fare anche questo... 



E rimanendo in tema di romanzi gotici vorrei anche parlavi di Charlotte Bronte e della sua ossessione per le soffitte; sto leggendo infatti Villette che come Jane Eyre ospita un segreto nascosto in una vecchia ed umida soffitta... a quanto pare si tratta del fantasma di una monaca, ma ancora non voglio svelarvi troppo perchè io stessa devo imbattermi nella soluzione del mistero.
Quindi, sono convinta, sicura che prima o poi riuscirò ad ammorbarvi con le mie amate letture e spero tanto di trovarvi qui a darmi le vostre opinioni.

Con affetto



sabato 5 gennaio 2019

LEVIATANO di Philip Hoare

Se Melville avesse potuto leggere questo saggio, si sarebbe congratulato con l'autore, prima di tutto per averlo fatto rivivere all'interno delle pagine e poi per le minuziose spiegazioni fornite da far impallidire National Geographic.

Credo di non aver mai letto finora delle argomentazioni così dettagliate  al limite della perfezione e credo che il termine giusto per descrivere il rapporto di Hoare con i cetacei sia... ossessivo.

Anche io sono finita a leggere il suo libro per colpa della mia fobia  verso questi enormi mammiferi, del quale ho abbondantemente parlato in un precedente post. Devo dire che in questo caso è valso il detto che vuole che i libri cambino la vita... mi ha aperto un nuovo mondo.


Sono riuscita prima di tutto a comprendere di non essere l'unica intimorita e nello stesso tempo affascinata dalle balene; Hoare ha ammesso anche per se stesso di provare questo strano contrasto.


Sono animali che seducono con la loro mole e sbalordiscono con le loro misure: la balenottera, ad esempio, ha il cervello più grosso del mondo, un cuore che batte 10 volte in un minuto ed una fisiologia adatta alla vita marina, tanto che non ha bisogno di bere acqua dolce.


La corona britannica era consacrata con l'olio di balena; Elisabetta I ne teneva custodito con gelosia un dente come porta fortuna e Jacqueline Kennedy ne regalò uno a suo marito che però mise all'interno della tomba dello stesso come gesto d'affetto e dal valore simbolico, che rimandava ai re medievali sepolti con i simboli del potere.

Tutte queste nozioni sono accompagnate da foto di un certo fascino e che cercano di colmare la curiosità del lettore in modo visivo.




Ogni capitolo affronta un preciso argomento e si apre con stralci di testo presi da romanzi molto conosciuti o scritti vari che ovviamente hanno come argomento il mondo marino.
E' infatti incredibile come sia bravo Hoare a farci notare come il mare e le sue creature ci circondino nella vita quotidiana e nella letteratura, facendo un piccolo elenco di esempi dove le balene fanno il loro ingresso e la loro parte nelle storie che abbiamo raccontato tantissime volte o che almeno del quale abbiamo sentito parlare come Pinocchio e Geppetto che finiscono inghiottiti da un maestoso capodoglio.




Ma è mai successo realmente che un uomo venisse inghiottito da uno di questi animali?
La grandezza, effettivamente, lo farebbe presupporre ma l'animo è buono e docile e raramente attaccano l'uomo se non per legittima difesa.
E da qui l'autore coglie l'occasione per fare una denuncia verso chi sta cercando di sterminarle fino all'estinzione.
Qualche caso particolare però c è stato ma non vi svelo come nella speranza possiate scoprirlo da soli leggendo questo magnifico libro.
D'altronde se l'autore con questo saggio ha vinto il Samuel Johnson Prize per la non-fiction un motivo ci sarà.



Philip Hoare è nato nel 1958 a Southampton, Inghilterra. Ha scritto diversi libri fra cui Spike Island, The Memory of a Military Hospital, lodato da Sebald per l'acutezza dello sguardo e la particolare sensibilità con cui racconta storie e luoghi. Leviatano ha vinto il Samuel Johnson Prize per la non-fiction. L'autore collabora con la BBC per cui ha scritto, e presentato, due programmi televisivi sulle balene e diretto tre film documentari.

Con questa piccola biografia vi saluto e ci leggiamo presto.